Non è mai successo, nella storia del nostro Paese, di sottrarre ai lavoratori dello Stato somme giustamente guadagnate e percepite con una modalità così brutale. La scuola, che tutti dichiarano di mettere in cima alle agende, è fatta dalle persone che la abitano e vi lavorano che non possono essere beffate da simili provvedimenti privi di senso anche solo nelle intenzioni.
Gli insegnanti, coloro che formano le nuove generazioni, coloro a cui giornalmente affidiamo la cosa più preziosa che abbiamo, cioè i nostri figli, vengono bistrattati ed umiliati continuamente. Non è ammissibile che un Governo non solo permetta questo ma ne sia in prima persona l'autore.
Non è uno scherzo, Letta blocca retroattivamente lo scatto del 2013. E circa 300 mila insegnanti dovranno restituire "con recupero – recita la nota del ministero dell’Economia – a decorrere dalla mensilità di gennaio 2014 con rate mensili di 150 euro lorde fino a concorrenza del debito". Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Perché la nota "precisa che il recupero applicato sullo stipendio lordo determina contestualmente l’applicazione di un importo irpef più basso".
Come si fa a richiedere, anzi, a decurtare senza permesso, senza avvertire, il già magro stipendio dei docenti e dei lavoratori della scuola di una somma così consistente?. Soldi percepiti e spesi da persone che sostengono famiglie con uno stipendio che va dai 1.300 euro ai 1.700 euro? Il danno e la beffa? Quali sono i diritti acquisiti in Italia?
Siamo nelle mani di un Governo incoerente e inaffidabile.
Sono i fatti a valere più degli impegni assunti con parole altisonanti: Il famosissimo Governo Letta, Non diceva di voler ridare centralità a istruzione e formazione.
Ed allora ennesima caduta di stile... e Forza Italia non ci sta!
Amo concludere queste mie riflessioni con una nota nostalgica, guadando insieme a voi una foto storica della scuola media di Nardò del 1953... i professori di quegli anni non avrebbero mai potuto immaginare quanto poi l'istruzione sarebbe caduta in basso.
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