Cons. Prov. Mino Frasca |
Le città metropolitane si
apprestano a diventare realtà dall’1 gennaio 2015, le Province vengono svuotate
delle loro funzioni e, in attesa della riforma del Titolo V e della loro
definitiva abolizione, gli organi non saranno più eletti dai cittadini. Ancora,
incentivi per promuovere le unioni e fusioni di Comuni. Sono solo alcuni dei
punti salienti del ddl Delrio, che con il via libera della Camera (in terza
lettura) di giovedì 3 aprile è legge: con 260 sì e 158 no e 7 astenuti l’aula
della Camera ha approvato il testo uscito dal Senato, testo su cui il
governo aveva posto la
fiducia. Il presidente sarà il sindaco del comune capoluogo; l’assemblea dei
sindaci raggrupperà tutti i primi cittadini del circondario; il consiglio
provinciale sarà formato da 10 a 16 membri (a seconda della popolazione) scelti
tra gli amministratori municipali del territorio.
Per nessuno di questi organi
è previsto un compenso. Così come non percepiranno alcuna indennità né i 52
presidenti di Provincia che sarebbero scaduti in primavera né i 21 commissari
in carica per effetto della legge di stabilità fino al 30 giugno.
Fino all’inizio del 2015, quando le Province
2.0 s’insedieranno, saranno questi organi a supplire al consiglio provinciale
mentre gli assessori resteranno al loro posto. Sempre fino a fine 2014 e sempre
a costo zero. Cambiano le funzioni: mentre
su trasporti, ambiente e mobilità avranno la semplice pianificazione,
sull’edilizia scolastica manterranno la gestione e cominceranno a occuparsi
anche di pari opportunità.
Tutte le altre competenze
passeranno ai Comuni a meno che le Regioni non preferiscano tenerli per sé. E
lo stesso percorso seguiranno il personale e il patrimonio.
Vengono istituite 10 città
metropolitane: oltre a Roma Capitale che
per il suo status ha una disciplina speciale, Torino, Milano, Venezia, Genova,
Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria.
Le città metropolitane
dall’1 gennaio 2015 subentrano alle Province omonime e succedono ad esse in
tutti i rapporti attivi e passivi e ne esercitano le funzioni nel rispetto
degli equilibri di finanza pubblica e degli obiettivi del patto di stabilità
interno. Tempi diversi sono previsti per Reggio Calabria, commissariata dal
2012: la città metropolitana non entra in funzione prima del rinnovo degli
organi del Comune ed è costituita alla scadenza naturale degli organi della
Provincia.
Il ddl, che dà attuazione
alle città metropolitane già previste dalla Costituzione ma mai decollate, le
pensa come enti di secondo grado.
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