NARDO' - Il consigliere provinciale del Pdl Mino Frasca interviene dopo la manifestazione di ieri sera in piazza Battisti: “Il sindaco Risi è un anti-neretino”.
“Nonostante le manovre ostili di importanti rappresentanti istituzionali della città, sindaco in testa, i neretini hanno risposto all’appello, scandendo forte la loro legittima pretesa alla salute”. Così il consigliere provinciale del Pdl Mino Frasca commenta la manifestazione organizzata a Nardò in piazza Battisti ieri sera contro il protocollo che riconverte in poliambulatorio l’ospedale “San Giuseppe Sambiasi”.
“E’ stato un successo - prosegue - ma non tanto di un centrodestra che sa mobilitarsi sempre alla grande, ma della città di Nardò. La comunità neretina rivuole servizi sanitari all’altezza di essere definiti tali e non un poliambulatorio perfettamente inutile, che Nichi Vendola e Marcello Risi contrabbandano per chissà che cosa. Come dimostra Gallipoli, c’è ancora tempo e modo di recuperare qualcosa. Chi sostiene il contrario, non sta dalla parte di Nardò e dei neretini. E’ impossibile non tenere conto del volere popolare, schiacciato da una gestione della Sanità in Puglia, da parte del centrosinistra, completamente fallimentare.
Adesso tutti sanno chi a Nardò non ha alcun interesse sull’ospedale, chi ha barattato la salute propria e dei propri cari con altro. Basta ricordarsi di chi non è venuto in piazza, perché non è indifferente esserci stato ieri sera oppure no. Non sfugge ovviamente che a una mobilitazione popolare in favore di diritti fondamentali, della salute, di strutture e servizi sanitari per la città, a una decisa e orgogliosa presa di posizione popolare, il primo cittadino non solo non vi partecipi, ma la osteggi. Il sindaco di Nardò è evidentemente un anti-neretino”.
INTERVENTO COMPLETO
Neritini, autorità, amici,
Ci ritroviamo, ancora una volta, l’ennesima, ad urlare tutto il nostro disprezzo contro chi ci ha chiuso l’ospedale.
Ci ritroviamo, ancora una volta, a chiedere un livello di assistenza accettabile di una popolazione così numerosa come quella del Comune di Nardò e dei tanti e, a quanto pare, sempre più numerosi turisti che la frequentano.
Ci ritroviamo, ancora una volta, a chiedere e lo voglio urlare, l’apertura dell’ospedale San Giuseppe Sambiasi; del nostro ospedale!
Ci troviamo, ancora una volta, a chiedere l’apertura dell’ospedale San Giuseppe Sambiasi per tutelare e rispettare il frutto della solidarietà, dell’accoglienza, della intelligenza, del cuore e della bontà d’animo di una famiglia neritina; la famiglia Sambiasi.
Una cosa sia subito molto chiara.
Diciamo, con estrema determinazione, che non è indifferente essere qui questa sera, oppure non esserci. Aver preso parte, oppure no, a questa manifestazione.
Lo dico, ovviamente soprattutto, ai cittadini di Nardò.
Non è un esercizio politico aver abbandonato tutte le nostre attività, il lavoro, la casa, la famiglia, gli hobby, e aver scelto di stare da una parte ben precisa. Non è un capriccio mio o di qualcun altro. Non è un tributo di simpatia o di amicizia verso questo o quel personaggio. Soprattutto non è “troppo tardi” per esprimere le proprie ragioni sull’ospedale e chiedere che vengano rispettate le necessità di tutela della salute di tanta gente.
In questi ultimi giorni in tanti hanno provato a far passare tutti i messaggi possibili, contro questa iniziativa.
Hanno propagandato verità inesistenti. Ma ora basta!
E’ arrivato il momento di dire la nostra!
E cominciamo con lo specificare, dunque, che un conto è stare qui e un altro conto è non starci. Evidentemente chi ha scelto di venire ritiene giusto manifestare tutto il dissenso possibile nei confronti di scelte drammaticamente penalizzanti per la nostra città.
Chi ha scelto di venire a questa manifestazione è convinto che c’è ancora il tempo e il modo di salvare qualcosa, di scongiurare la cancellazione del glorioso “Sambiasi”, di mettere in discussione lo scellerato protocollo di riconversione del nostro ospedale in poliambulatorio.
Chi ha scelto di venire a questa manifestazione non ha misurato nessun interesse politico o personale, ma solo per reclamare il suo sacrosanto diritto alla salute.
Chi ha scelto di venire, infatti, ha solo a cuore la salute dei propri familiari, dei propri bambini, dei propri anziani.
Altrettanto evidentemente chi ha scelto di non venire non ritiene importante difendere l’ospedale.
Chi ha scelto di non venire ha fatto un calcolo politico, ha fatto una scelta di amicizia, forse verso il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola oppure verso il sindaco di Nardò Marcello Risi.
Chi ha scelto di non venire si è fatto prendere in giro, ancora una volta.
Deve essere chiaro a tutti che la questione dell’ospedale di Nardò non è la questione di Mino Frasca, del centrodestra, di Pinco o di Pallino. E’ la questione di tutti i neretini. Anzi, non solo loro, visto che il bacino di utenza del “Sambiasi”, com’è noto, è ben più grande di quello relativo alla città di Nardò e comprende anche le genti dei Comuni vicini.
Deve essere chiaro a tutti che la decisione sulla chiusura dell’ospedale di Nardò deve essere cambiata. Costi quel che costi. Senza se e senza ma. E noi ci batteremo senza sosta per correggere questa situazione che ci danneggia oltre ogni umana sopportazione e perché vogliamo vivere in una città che offre certezze e sicurezze e non chiusure e discariche.
Ma non siamo ingenui. Non cadiamo dalle nuvole. E, soprattutto, non vendiamo fumo. Conosciamo l’esigenza di razionalizzare la spesa della Sanità, in Puglia come altrove. Ma non abbiamo mai capito, o forse è meglio dire che non ci hanno mai spiegato compiutamente, e veramente, il senso delle scelte fatte. Come dimostrano gli studi dei comitati cittadini (e soprattutto dell’ing. Antico) che si sono battuti, si battono e sono impegnati sul fronte dell’ospedale, le scelte fatte sono state decise dalla Regione e dalla ASL, sulla base di criteri sconosciuti, irrazionali, contrari alle norme e soprattutto non condivise con la popolazione. Alla faccia di ogni azione democratica di compartecipazione alla gestione della cosa pubblica.
Riteniamo che Nardò abbia subìto una penalizzazione ingiustificata. Cari neritini, devo purtroppo dirvi che siamo stati traditi.
Siamo stati raggirati e purtroppo continuano a farlo con la complicità di alcuni nostri concittadini.
Siamo stati venduti dagli amici in cui avevamo riposto la fiducia.
Prima da Nichi Vendola, uno senza coraggio. Uno che ha avuto la faccia tosta di fare campagna elettorale in questa città soltanto mandando un videomessaggio. Una vergogna, sia per la modalità scelta, sia per i contenuti. Non ha avuto il coraggio non solo di dirci la verità, cioè che avrebbe chiuso l’ospedale, ma nemmeno una bugia. Perché, di quello si è trattato.
E poi Marcello Risi, l’unico Sindaco di Puglia che non ha difeso l’ospedale della propria città. L’unico.
Abbiamo visto sindaci protestare platealmente, alzare la voce in ogni sede, fare la spola con Bari, compromettere equilibri politici all’interno della Sinistra, incatenarsi. Il nostro, invece, si è venduto l’ospedale, perché per lui gli equilibri politici vengono prima di ogni altra cosa oppure perché c’è un gioco delle parti con Vendola. Perché ha deciso che la nostra città deve essere terra di conquista.
Anche Risi, nella campagna elettorale per le comunali, confezionò uno spot fantasioso in cui annunciò che avrebbe difeso lui l’ospedale. Che “Nardò non può restare senza il suo ospedale”, che “la salute dei cittadini è al primo posto”. Certo, nel frattempo ha cambiato idea oppure ha tolto la maschera. Dietro alla quale c’è uno che non ha la minima considerazione della sua città e degli interessi dei suoi cittadini. Di nessun interesse, tranne il proprio naturalmente. E, come se non bastasse, ancora oggi parla con toni da propaganda e offendendo il buon senso e l’intelligenza di tutti noi.
Marcello Risi non avrà mai la coscienza a posto su questa delicatissima storia. Basti pensare che la mobilitazione istituzionale, politica e popolare che c’è stata a Gallipoli negli ultimi mesi, qualche piccolo risultato lo ha già prodotto. Come, ad esempio, la riapertura di Rianimazione con 4 posti letto.
Il significato di tale risultato ha una grande portata e cioè, che non c’è niente di immodificabile. Ciò significa anche che siamo ancora in tempo a riprenderci tutti i nostri diritti. Ma ad una condizione. Come a Gallipoli, la lotta deve essere portata avanti da tutti. Infatti a Gallipoli il fronte è stato e continua ad essere comune, senza distinzioni e colori politici, con il Sindaco e con l’opposizione, con il centrodestra e con il centrosinistra. A Nardò, invece, siamo divisi, senza il sindaco e i suoi fedeli soldatini, senza arte né parte e soprattutto senza orgoglio di neretini.
Nemmeno Nichi Vendola avrà la coscienza a posto sui destini del nostro ospedale e su quello di tantissime altre città della nostra Regione. Il suo progetto sulla sanità e sulla “Puglia migliore” è miseramente fallito. Da tempo.
Per chi si fa ancora illusioni, la riconversione del “Sambiasi” è un modo per camuffare la sua sostanziale cancellazione. Barattare l’ospedale con un poliambulatorio e – forse, chissà – con qualcos’altro, non ci può lasciare indifferenti. Ho letto stamattina che Risi dice che “l’amministrazione comunale ha scelto di rimboccarsi le maniche e parlare con i fatti”. Già, due anni e mezzo dopo l’insediamento. Complimenti! Dice ancora che “ora è il momento di fare le cose. Ora è il momento di parlare di fatti. Ora è il momento di agire”. Ma cosa hai fatto sino a questo momento? Un sussulto di verità, finalmente. La confessione, limpida come l’acqua, che sino a questo momento non hanno combinato assolutamente nulla, tranne litigare e inseguire improbabili assetti politici.
Spero parta da questa sera un messaggio chiaro.
Nardò non vuole questa farsa di poliambulatorio.
Nardò vuole servizi sanitari reali.
Nardò vuole garanzie sul bene più importante che c’è: la salute.
Questa manifestazione di piazza è solo l’inizio. Presto affiancheremo nuove e clamorose iniziative nelle sedi opportune.
Perché noi ci mettiamo sempre la faccia.
Noi ci rimbocchiamo le maniche per davvero. Non a parole.
Ancora oggi soloni, scienziati e poveri diavoli, ancora, rivangano solo storie passate. Dimenticano cosa sono e cosa hanno fatto per Nardò; dimenticano di come lo hanno ridotto. Ancora oggi sento ripetere la cantilena che lo smantellamento del “Sambiasi” lo ha inaugurato Raffaele Fitto. Io non capisco come non ci si accorga che dal 2005, cioè da 8 anni, la Regione Puglia è governata dal centrosinistra e da Vendola. Che quelle elezioni le vinse proprio giocandosi la partita della sanità, dicendo ai neretini che avrebbe riaperto Ostetricia e Ginecologia, che le scelte di Fitto erano state tutte sbagliate. Eppure dopo 8 anni siamo qui non a chiedere ancora Ostetricia e Ginecologia, ma a reclamare tutto il nostro ospedale. Tutto quanto.
Bugiardo Vendola! Bugiardo, Risi! Bugiardi e senza dignità.
Vendola, Risi, abbiate il coraggio di spiegare le scelte!, mettetevi in gioco per il rispetto della verità e della dignità delle persone e dei neritini.
Smettetela con le poesie e pensate alla gente. Pensate alla gente che soffre!
Già perché forse non ve ne rendete conto, ma stiamo parlando di dare una speranza alle persone più indifese, quelle che soffrono.
O non sapete che cosa significa?
Sapete cosa vuol dire dare una speranza a chi è colpito da un infarto?
Sapete cosa vuol dire avere un luogo dove affrontare i primi momenti delle difficoltà di salute?
Non è certo di un luogo in cui si curano la cataratta e le emorroidi che abbiamo bisogno. Certo anche di queste. Ma la domanda che vi poniamo è un’altra.
Noi vogliamo un luogo, che noi chiamiamo ospedale, Ospedale San Giuseppe Sambiasi di Nardò, dove correre per salvare i nostri vecchi e dove soccorrere con urgenza e competenza chi si ammala o ha un problema di salute.
Sig. Risi, Sig Vendola, avete fatto mai una corsa verso un ospedale, con qualcuno accanto che si lamenta e che lotta per la sua vita?
Avete mai guardato negli occhi una partoriente?
Avete mai guardato negli occhi una persona sofferente?
Mi sa di no.
Provateci!
Ma avete mai chiesto alle persone che vi stanno accanto, a vostra moglie, ai nonni, ai vostri figli, agli amici, che cosa vogliono e che cosa intendono quando parlano di salute ?
Provate a chiedere. Provate a parlarci.
Capirete allora perché tutti diciamo che la salute è il bene che viene prima di tutto.
Capirete perché tutti noi, tutta Nardò vuole il suo ospedale.
Capirete perché lottiamo per il nostro ospedale.
Noi siamo qui.
Noi siamo qui e lotteremo. Lotteremo fin quando non otterremo la riapertura dell’ Ospedale San Giuseppe Sambiasi di Nardò.
Sig. Sindaco, getti la maschera! E per una volta sii il primo dei cittadini di Nardò. Unisci Nardò, le sue speranze le sue aspettative, la sua voglia di essere nuovamente centro di vita.
Questa sera, ancora una volta, vogliamo essere propositivi, Vogliamo, come sempre, essere parte attiva. Ti proponiamo di convocare subito, il prima possibile, tutti, maggioranza, opposizione, destra, sinistra, comitati, esperti, tutti, insomma tutta Nardò. Spiega a tutti che cosa significa il protocollo che hai firmato, spiega a tutti come tuteli la salute dei tuoi concittadini, spiega a tutti se nel protocollo c’è un servizio di pronto soccorso, spiega a tutti quali sono i servizi che l’Ospedale di Nardò erogherà ai tuoi concittadini, spiega a tutti quali sono gli impegni assunti dalla Regione, dalla Asl e da chi ha firmato il protocollo, spiega a tutti quali sono i tempi di realizzazione del protocollo e soprattutto spiega a tutti se l’Ospedale di Nardò sarà ancòra il presidio alla sicurezza ed alla tutela della salute di Nardò.
E qualora nulla di ciò sarà previsto o sarà solo fumo, abbi il coraggio di dire la verità e di guidare questa città, questa gente verso un obiettivo primario del nostro bene comune: La tutela della salute.
Assumi e guida ogni forma di lotta e di protesta perché Nardò e la sua gente possa tornare ad essere tutelata.
Noi saremo qui.
Per la tutela della salute
Per l’Ospedale San Giuseppe Sambiasi.
Per Nardò.
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