mercoledì 18 settembre 2013

GIUSTIZIA IN GINOCCHIO - La mobilitazione della politica, magari un po' in ritardo

LECCE - Mino Frasca, per Nardò, auspica che non venga "duplicato" il trattamento già subito per l'ospedale.
Una deroga per smaltire l’arretrato. Questa la proposta unanime del consiglio provinciale che, ieri mattina, si è riunito per discutere della riforma delle sedi giudiziarie. 
Sono stati discussi due distinti ordini del giorno: il primo presentato dal consigliere Gabriele Caputo (gruppo Pd) riguardante la chiusura della sede distaccata di Casarano; il secondo proposto dai consiglieri Sandro Quintana, Salvatore Di Mattina e Stefano Minutello, relativo alla chiusura della sede distaccata di Gallipoli.
L’assise consiliare, su proposta del capogruppo di maggioranza Biagio Ciardo, ha fatto sintesi delle due distinte istanze, votando all’unanimità un ordine del giorno con il quale «si invita il governo ed il Parlamento a valutare attentamente l’opportunità che il lavoro giacente presso le sedi distaccate dei Tribunali possa essere portato a termine dalle stesse per un periodo congruo, in modo che si eviti un allungamento dei tempi ed un ingolfamento del Tribunale della sede centrale». Nel contempo lo stesso consiglio provinciale fa voti al governo e al Parlamento «affinché venga valutata, nel riordino generale, la conformazione geografica del Salento, in modo tale da garantire una seconda sede oltre quella di Lecce, tenendo conto dei criteri oggettivi di scelta, già previsti dalla legge delega».
Il consigliere Mino Frasca, nel suo intervento, ha rilevato come «serve una risposta forte per evitare l’ennesimo scippo di Nardò, dove il governo regionale, e ora anche quello nazionale, fanno a gara per privare il suo territorio dai presìdi di sanità e anche di quello di legalità». Anche il consigliere Roberto Marraha rimarcato come la «soppressione delle sedi distaccate del Tribunale è stata pensata nell’ottica della funzione del risparmio: una sorta di colpo di accetta netto e deciso». Gabriele Caputo ha rimarcato come «il territorio che fa capo alla sede distaccata di Casarano è da decenni caratterizzato dalla forte presenza della malavita organizzata. Prima come pretura e poi come tribunale, Casarano ha sempre rappresentato un riferimento per cittadini onesti e un simbolo di sicurezza».
Sandro Quitana ha spiegato d’aver letto la delibera del consiglio comunale di Gallipoli, che non accetta assolutamente la chiusura del suo tribunale, e anzi rilancia, affinchè le strutture vicine a Gallipoli siano accorpate a quella gallipolina». Francesco Bruni ha ricordato che «la politica, purtroppo, è stata assente su questo tema nel precedente governo », mentre Mario Pendinelli ha sottolineato che si tratta di una «riorganizzazione che ha come unico obiettivo solo e soltanto il risparmio economico».


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