NARDO’ - I consiglieri comunali di opposizione al Comune di Nardò Mirella Bianco, Cesare Dell’Angelo Custode e Alessandro Presta del Pdl, Oronzo Capoti di Nuovo Corso, il consigliere regionale del Pdl Saverio Congedo e il consigliere provinciale del Pdl Mino Frasca, nel corso della seduta monotematica dell’assise di Palazzo Personè, hanno consegnato al sindaco Marcello Risi e all’assessore alla Sanità della Regione Puglia Elena Gentile, un documento con il quale chiedono il rispetto degli impegni sul “Sambiasi” da parte della Regione, certezza su risorse e tempi, un punto di gestione dell’emergenza di alta professionalità.
“In questo momento - spiegano i consiglieri comunali Bianco, Dell’Angelo Custode, Presta e Capoti - non serve utilizzare politicamente questa vicenda e prendere in giro i cittadini. Abbiamo il dovere di affrontare con realismo questa situazione, senza strumentalizzazioni e senza posizioni demagogiche. Purtroppo, il percorso intrapreso dalla sanità regionale negli ultimi anni è irreversibile e il modello che conosciamo non potrà esistere mai più, non solo in Puglia. Non esistono le condizioni tecniche e finanziarie per una presenza ospedaliera sul territorio come quella che abbiamo conosciuto sino a pochi anni fa, né a Nardò né altrove, per cui rivendicare populisticamente l’ospedale “Sambiasi”, tale e quale a come lo abbiamo conosciuto, allo stato dell’arte è sbagliato e inutile. In questo momento, a noi preme lavorare per soluzioni che consentano in ogni caso la massima tutela della salute dei cittadini. Nel documento chiediamo alla Regione di spiegarci con quali risorse finanziarie e umane e con quali tempi, provvederà a rispettare gli impegni presi anche attraverso il protocollo d’intesa. Chiediamo di sapere, inoltre, se esiste e se ci sono le risorse per una campagna di informazione per i cittadini, che oggi non hanno idea dell’esistente e di cosa fare e dove andare per questa o quella patologia. Infine, riteniamo indispensabile la presenza di un punto di gestione dell’emergenza che sia di qualità e che abbia le giuste professionalità mediche e paramediche. Il confronto con gli operatori ci ha fornito un quadro desolante della struttura in termini di risorse, che certo non è il miglior viatico per il progetto che la Regione ha definito per Nardò. In altre parole, le promesse dell’assessore e della Asl stridono con la situazione di estrema difficoltà che c’è oggi al “Sambiasi”, per questo chiediamo garanzie. Il tema della salute - concludono - non può essere soggetto a rivendicazioni politiche. Pensiamo di dover assumere una posizione estremamente responsabile che consenta a Nardò e alla sua comunità di vedersi garantito il legittimo diritto alla salute, pur nelle declinazioni e con le modalità imposte dalle logiche della nuova sanità”.
Saverio Congedo, nel corso del suo intervento, ha evidenziato innanzitutto l’assenza del presidente Vendola e, viceversa, la decisione di Elena Gentile di partecipare al Consiglio monotematica, scegliendo di metterci la faccia. “Contesto - ha aggiunto Congedo - l’approccio ragionieristico utilizzato dal Governo regionale nei tagli di ospedali e posti letto e il fatto di non aver attivato contestualmente alle chiusure, servizi territoriali alternativi adeguati alla domanda di salute. Il ridimensionamento a poliambulatorio di III livello è una ferita inferta al secondo comune della provincia e al blasone del Sambiasi, è una storia travagliata, dolorosa e con zone d’ombra. Comunque, l’impegno che oggi si assume non solo con Nardò, ma con tutto il bacino di utenza per la creazione di una struttura in grado di dare una sanità innovativa, con tecnologia avanzata e qualità delle prestazioni, non può e non deve essere disattesa, sono state troppo le promesse durate giusto il tempo delle campagne elettorali”.
Mino Frasca ha rimarcato invece la speculazione politica che Vendola avrebbe fatto negli anni su Nardò e il suo ospedale. “Il nostro ospedale è stato strumentalizzato a fini elettorali da Nichi Vendola - ha detto - e la manifestazione di qualche giorno fa aveva esattamente l’obiettivo di denunciare questa beffarda verità. Poi è chiaro che a questo punto, il nostro modo di interpretare responsabilmente la politica, ci porta ad agire nel senso di chiedere garanzie sull’esistente. La situazione della sanità pugliese è drammatica, temiamo che le promesse fatte e i contenuti del protocollo d’intesa siano difficilmente realizzabili. Le nostre sono rivendicazioni di chiarezza e richieste ragionevoli, anche se restiamo convinti che non tutte le scelte compiute sin qui siano giustificate e che il territorio neretino sia stato penalizzato oltremodo dalle strategie della sanità vendoliana. Questo però né Vendola, né Gentile, né Risi hanno il coraggio di dirlo”.
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